Algarve

Il Tour...



Inizio il mio giro per l’Algarve dal confine con la Spagna; qui la barriera è naturale in quanto il corso del Rio Guadiana è stato fatto coincidere con il limite tra i due stati.
Questo confine naturale tra i due stati storicamente rivali costituisce anche il “confine invisibile” del fuso orario, di là, un' ora avanti la Spagna con Parigi e Roma, di qua, il Portogallo con Londra e il fuso di riferimento di Greenwich.

Come in ogni terra che costituisce il confine, spiccano castelli che si innalzano da piccoli promontori di poche decine di metri. La posizione del castello di Castro Marim era già stata scelta come vedetta da romani e visigoti, infine dai sovrani del Portogallo come primo baluardo alla difesa del turbolento confine.
I ruderi del castello sono tuttora utilizzati come location per un festival medievale che si svolge in luglio, con tanto di bancarelle e pietanze in stile medievale, con tanto di saltimbanchi e rievocazioni storiche.
La zona pianeggiante circostante è adibita alla coltivazione di riso, spiccano dal maschio del castello le forme geometriche dei campi alluvionati e l’allevamento di ovini.
A pochi chilometri c’è Villa Real de Santo Antonio, quella che i cartelli turistici presentano come la “capitale dell’illuminismo portoghese”. Come accennato poco fa, lo schema del centro storico del paese risale al 1774. La sua progettazione avvenne a tavolino per mano del marchese di Pombal che, dopo il terremoto del 1755, si adoperò in prima persona per la ricostruzione del centro, facendolo diventare una copia perfetta della Baixa di Lisbona.





L’autostrada che taglia da est ad ovest l’Algarve cammina in questo tratto a qualche chilometro nell’entroterra; la mia direzione è il Paese di pescatori di Tavira ed in questo tratto, le basse colline alla mia sinistra degradano lievemente fino al mare e alle ampie spiagge della costa “sotavento”.
Tavira è un paese di pescatori che nell’aspetto non ha subito molte modifiche con l’avvento del turismo di massa, le case del centro sono generalmente decorate con piastrelle dai tenui colori se non con la tipica calcinatura bianca. Molte abitazioni antiche presentano i tipici tetti a cono rovesciato, che permettevano di smaltire velocemente la mole dei rari ma violenti acquazzoni tipici delle perturbazioni oceaniche.
Il castello che spicca sopra la città è poco più di un rudere, ma nasconde all’interno curatissimi giardini fioriti. Il colpo d’occhio sulla città è molto suggestivo, ma è insuperabile la vista del castello che corona il nucleo antico che si ha dal ponte romano, opera di inestimabile valore logistico, unico collegamento tra le due sponde del fiume  che si conserva magnificamente nonostante i sui 2.000 anni di vita.
E’ proprio così, Tavira, paese di pescatori, sorge in realtà al riparo dal mare sulle due sponde di un fiume. L’oceano è lì a poche decine di metri e proprio dal fiume partono le imbarcazioni per le spiagge e la parte orientale della riserva di Ria Formosa.
Questo habitat perfettamente conservato si estende tra la terra e l’oceano con lagune e isolotti di sabbia per oltre 60 km, fino a Faro, il capoluogo dell’unica provincia che costituisce l’Algarve.
In questa fascia protetta vengono a superare l’inverno numerose specie di volatili migratori dall’Europa; altre specie, come il pollo sultano, si possono trovare in questa riserva.
Nei dintorni di Olhao, c’è un percorso che si addentra per qualche chilometro nella riserva di Ria Formosa, durante il tragitto si incontrano fattorie didattiche e luoghi di avvistamento.
La spiaggia luminosa fa da cornice agli isolotti di sabbia che si perdono all’orizzonte e gli scheletri di rimesse per le barche e dei pontili legano la zona a un passato legato alla pesca neanche troppo remoto.


Il capoluogo della provincia è Faro con neanche 60.000 abitanti, il centro storico e l’immediata periferia appaiono vivaci e consumate dalla vita di mille anni di storia. Città già fondata dai romani ed abitata fino ai giorni nostri.
Faro è anche un centro universitario ed episcopale e il borgo dentro le mura rivela tutta l’importanza di questo piccolo centro portoghese.
L’ampia piazza di fronte alla cattedrale (la Sé) è circondata da piante d’arancio con i frutti che realizzano un bellissimo mix di colori, verde smeraldo delle foglie, l’arancio vivo dei frutti e la cornice bianca delle case con i tetti rossi ed il cielo azzurro terso.
La salita in cima al campanile della Sé apre ad un panorama verso la città e verso la laguna in cui gli specchi d’acqua fanno brillare l’oceano come fosse di argento fuso.
Il “Museu regional de Faro” è un piccolo museo ricavato in un ex convento alle spalle della cattedrale, la collezione è molto interessante e non troppo estesa. A reperti di epoca araba si aggiungono quelli di epoca romana con mosaici e statue. Una bellissima sala di almeno 20 metri crea, con suoni e musica, un’atmosfera particolare dove la sapiente disposizione dei reperti romani completa la suggestione. Molto interessante una sala al piano superiore che si affaccia sul chiostro dove artisti locali hanno riprodotto con un unico quadro le leggende di fantasmi o personaggi, tipiche della zona.
Il paese nelle immediate vicinanze delle mura è costituito per lo più da palazzi del ‘700 che ospitano negozi e locali. La pavimentazione è in decorazioni bianche e nere di sampietrini, che descrivono a dovere la pazienza di artigiani intenti a lastricare tutte le vie centrali di ogni paese.
Lascia impressionati anche la Igreja do Carmo dove la cappella ricavata nel cortile è decorata con ossa e teschi di frati morti. Questo macabro stile tutto portoghese vuol far ricordare agli uomini che nulla è eterno e che l’unico destino che ci accomuna è la morte.
La sensazione che lascia Faro, ma che si ritrova in tutto l’Algarve, è di un paese che si presenta come un palcoscenico di fronte agli occhi dei visitatori di turno senza però lasciare impressionati. Tutto ciò che il passato ha lasciato è organizzato a dovere per deliziare gli occhi di chi osserva ma che, dietro la facciata, l’anima si sia un po’ persa.




I dintorni di Faro nascondono centinaia di paesi, ognuno dei quali andrebbe scoperto; Loulè, Olhao e molti altri. Tutti con caratteri simili a Faro.
Non mi sono concentrato tanto sui paesi quanto sulle particolarità della zona. Il palazzo di Estoi, costruito da un eccentrico possidente Portoghese ed arredato come i palazzi rinascimentali francesi. Stucchi, legni pregiati e colori pastello a caratterizzare ogni sala. Dopo diversi passaggi di proprietà ed altrettante destinazioni d’uso è stato ristrutturato ed ora ospita un Parador di lusso. Le sale antiche si possono visitare liberamente chiedendo il permesso alla reception della struttura.
Sempre nei dintorni mi sono spinto fino ad Alte, indicato da una guida come paese caratteristico dell’Algarve. Nascosto dal mare su belle colline dalla vista dell’oceano, Alte non è altro che un paesino in attesa di turisti che, soprattutto in estate, si spingono fin qui alla ricerca di qualcosa di esotico. Carino, tenuto bene, ma poco altro.

Sulla strada del ritorno verso Faro, ultima meta della giornata, ma visita agognata da quando mi venne regalata la guida del Portogallo, è la cappella De São Lourenço de Almancil. Riesco a bloccare la gentilissima signora che sta chiudendo la chiesa e le spiego che vengo dall’Italia giusto per vedere questa cappella. Non serve un grande sforzo per convincerla visto che è già tornata indietro ad accendere le luci. Cerco solo di farle capire quanto apprezzo la sua disponibilità. Pago l’euro richiesto per la visita e, nel silenzio della sera, mi godo una vera e propria visione. Pannelli di azulejos che ricoprono completamente la cappella, le pareti laterali, quella di fondo e la volta, un paradiso di immagini bianche e azzurre.

Poi l’altare ricoperto di foglia d’oro che, con lo splendente giallo, crea un contrasto stupefacente e accende tutto lo spazio sacro. L’altare è cosparso di grappoli d’uva matura e putti in ogni posa. Tutto a fare da cornice alla statua di San Lorenzo, anch’essa ricoperta d’oro e ogni scena, ogni immagine si rifà alla vita del santo venerato.


Questo gioiello barocco tutto portoghese nacque per adempiere ad un voto che gli abitanti di Almancil fecero al santo venerato. Stavano scavando infruttuosamente un pozzo per estrarne dell’acqua, fonte di vita per una comunità rurale. A vedere questo capolavoro l’acqua sgorgò copiosamente!

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