Lisbona, i dintorni.


Portogallo - Lisbona: i dintorni

"Il giorno non mi promette altro che il giorno e io so che esso ha un decorso e una fine. La luce mi anima ma non mi migliora, perché uscirò da qui come sono arrivato qui: più vecchio di ore, più allegro di una sensazione, più triste di un pensiero."

"Il turista che visita il Portogallo non dovrebbe limitare il suo viaggio alla capitale, benché in quella possa trovare, come abbiamo mostrato, moltissime cose che risveglino i suoi sentimenti sia artistici che storici. Ogni nuovo venuto a Lisbona è al tempo stesso colpito dalla incomparabile bellezza del bacino del Tago, dal panorama che è possibile ammirare dalla sommità dei suoi sette colli, dai suoi giardini e monumenti, dalle sue antiche strade e più recenti arterie. Ma anche i sobborghi meritano, di per se stessi, di essere visitati. Anche loro sono pieni di bellezze non solo naturali - perché il paesaggio, intorno a Lisbona, è ammirevole - ma anche storiche, perché il gran numero di edifici che si possono ammirare sono fortemente evocativi del passato."                                             
                                                                                                    Fernando Pessoa -Lisbona-


Mi sono mosso poco fuori dal centro, devo ammetterlo, ma esistono perle e pietre preziose incastonate un po’ ovunque; da quelle più splendenti a quelle più opache ma che, comunque, rischi di non scordartene più.

A sud ovest di Lisbona, per cominciare con i diamanti, c’è la torre di Belém. Questo è il simbolo della capitale e del Portogallo.
Si tratta di una torre di vedetta in pietra bianchissima che, un po’ per civetteria e un po’per utilità, venne eretta come vigile guardia delle navi che risalivano il Tago. Un tempo appariva come una nave alla fonda del porto commerciale della città, era qui che infatti venivano scaricate le merci provenienti dal Brasile e dalle Indie e smistate ai vari mercati di Lisbona.
La bianca torre è decorata con un pomposo gioco di nervature ed elementi tipici dell'architettura 'Manuelina'. Questo genere architettonico riprendeva elementi arabi per fonderli con altri tipici europei. Genere divenuto famoso per l'utilizzo di elementi navali (nodi, funi ecc...) nelle decorazioni.
La zona intorno alla torre è un immenso parco fluviale ed è piacevole la passeggiata verso il ponte 25 de Abril che attraversa il fiume dalla sponda sud.
Proprio sull’argine è stato costruito il monumento agli esploratori portoghesi che da qui muovevano verso i ‘nuovi mondi’, spesso tornando indietro carichi di ricchezze e gonfiando il petto dei sovrani di puro orgoglio nazionalista.


Sempre in questa direzione, ma un po’ nell’entroterra, c’è un'altra pietra preziosa di Lisbona, il Monasterio dos Jeronimos. La pietra bianca che lo adorna è scolpita come un merletto che alleggerisce una struttura imponente. Bellissime le nervature delle volte e le vetrate colorate. Proprio una di queste vetrate costituisce una particolarità di questo monastero, vi sono raffigurati i volti delle nuove razze scoperti con le esplorazioni a cui il Portogallo prese parte attivamente dopo la scoperta dell’America.






Tornando verso il centro, lungo l’argine del fiume, c’è il Museo nazionale di arte antica; quello che mi interessava vedere nel museo era un dipinto, il "Polittico di San Vincenzo" raffigurante la società del Portogallo d’oro del XV secolo, presentato come opera d’arte assoluta per l’epoca da tutti i canali su cui mi ero documentato. Purtroppo non sono mai riuscito a visitare il museo per coincidenze strane e per la relativa difficoltà a raggiungere il museo. In tram dal centro la fermata più prossima è ad un paio di chilometri dal museo da coprire a piedi, in una zona molto trafficata e con poche facilitazioni per i pedoni. Poi, quando mi sono deciso ad andare, mi sono sbattuto nel giorno di chiusura del museo. Un po’ più di attenzione nel leggere la guida mi avrebbe evitato un viaggio a vuoto.

Altro gioiello della periferia di Lisbona è la Igreja da Estrela, la sua cupola altissima domina la valle ad ovest rispetto al centro della città. Proprio di fronte a questa basilica si trova un bel parco e, nei pressi, il palazzo del parlamento Portoghese.
Subito dietro la basilica c’è lacasa museo di Fernando Pessoa, celebre poeta e scrittore amato dai portoghesi, oltre per la vena geniale, anche perché era uno dei più fervidi amanti del Portogallo e di Lisbona. Nato a Lisbona, Pessoa trascorse parte della sua giovinezza in Sudafrica. Questa distanza lo legò indissolubilmente alla terra natale.
Questa è la zona dove visse anche Amalia Rodriguez, famosissima cantante lusitana che ha trasformato il ‘Fado’, il canto de la ‘Saudade’ portoghese, famoso in tutto il mondo. La devozione dei portoghesi per questa cantante è enorme, tanto da imbrattare le vie limitrofe con scritte inneggianti ad Amalia (la via è stata ribattezzata dai fans ‘Rua Amalia’).
A piedi dal quartiere di Estrela, in un continuo sali-scendi, è facile arrivare al Bairro alto e di nuovo al centro.

A nord di Lisbona c’è il nuovo ‘Parque das Nacioes’; tutto il complesso venne costruito per l’esposizione mondiale del 1998 (questo era il motivo che aveva spinto sei amici su un pulmino fino a Lisbona). L’acquario è uno dei più grandi d’Europa, la visita su più livelli è interessante ed offre spaccati di habitat marini di tutto il pianeta.
Il resto degli edifici è stato adibito ad uffici o centri di esposizione. Una funivia panoramica permette una visuale diversa su questo quartiere moderno di Lisbona. Sul largo estuario del Tago si perde in lontananza il lunghissimo ponte Vasco da Gama, i 17 km (e più) di strada sembrano galleggiare sull’acqua scura del fiume.

Tornando verso Lisbona, in un vecchio convento, è stato ricavato il museo nazionale ‘dos Azulejos’, questa forma d’arte tipica del Portogallo (e del sud della Spagna) mi ha sempre colpito. Le piastrelle di smalto bianco con disegni elaborati di un azzurro intenso che spesso ripropongono scene di vita contadina, paesaggi o complicati motivi geometrici. Anche questa tecnica è un’eredità della dominazione araba.


Non si può lasciare Lisbona senza parlare delle specialità culinarie e dei luoghi scoperti per assaporarle. Comincerei con ilLautasco, ristorante nascosto nell’Alfama; si raggiunge a fatica passando per il quartiere antico, ma è molto più facile se dalla ‘casa dos Bicos’ (delle punte) lungo il fiume si cammina verso est. La cucina tradizionale è ottima e il locale ricavato in un’ abitazione rendono l’atmosfera familiare. Ormai il Lautasco è molto rinomato, grazie anche alle guide che immancabilmente lo annoverano tra i migliori ristoranti e a prezzi relativamente bassi.
Nel Bairro Alto ho provato, con molta soddisfazione, la ‘Tasca do Manel’; la bistecca di tonno era eccezionale come, d'altronde, tutto il resto. Questo ristorante è disperso in un vicolo del quartiere, ma le vie abbastanza regolari non aggiungono difficoltà particolari nello scovarlo.
Altro ristorante che non mi ha mai deluso, neanche quando viene presentato il conto, è il ‘Velho Macedo’ in rua da Magdalena. È faticoso arrivarci perché quasi in cima ad una insidiosa salita, come tante a Lisbona. Il padrone è taciturno e dal viso burbero, ma lo si scopre molto disponibile, efficiente e cordiale.
In fondo alla via, verso la Sé, c’è una tavola calda/self service, per niente male se la visita della città impone ritmi serrati e poco tempo per i pasti.
Lungo Rua dos Correeiros, parallela di Rua Augusta, presenta, come già detto, diversi ristoranti che, data la posizione, possono sembrare solo specchietti per i turisti. Qualcosa di buono lo si trova anche qui, ristoranti senza pretese che propongono piatti semplici e deliziosi, prezzi decenti e servizio rapido.


Un po’ oltre Lisbona

Allontanandosi da Lisbona in direzione ovest c’è una zona molto interessante dal punto di vista artistico e paesaggistico, la ‘sierra de Sintra’.
Proprio il paese di Sintra  è un attrazione della zona con un centro storico bellissimo e molto curato ed il Palacio Nacional de Sintra; questo paese fa parte delle località raggiungibili in poco tempo dalla capitale ed è affollata quotidianamente da orde di turisti che da Lisbona, nel giro di una giornata, visitano tutta la zona. Proprio per questo il paese si svuota sul fare del tramonto per tornare  ad essere un luogo tranquillo e silenzioso.
Bellissimo il Palazzo Nazionale; la residenza Reale (in tutto 3 complessi) fu abitata dalla fine del 1200 fin oltre al 1700. Dalla particolare struttura dell'edificio spiccano due enormi torri a forma di cono; queste strane forme sono i comignoli della cucina.
Tutte le sale manifestano la regalità del palazzo, la sala Araba, la sala degli Stemmi, quella delle Gazze e quella dei Cigni. Sontuose decorazioni e aneddoti particolari impregnano tutto il palazzo della loro storia.

Poco fuori Sintra, su un picco scosceso, c’è ilpalazzo ‘Nacional da Peña’, la posizione panoramica, la particolare colorazione dell’edificio (ogni ala presenta un’accesa tonalità pastello) e la struttura fiabesca del castello, lo rendono affascinante ed una visita si può fare di certo. Tuttavia gli eccentrici interni assomigliano più ad un parco divertimenti che ad una residenza Reale. Gli arredi e le decorazioni delle pareti sembrano troppo finti per poter essere apprezzati come oggetti di valore. Il bosco circostante, però, è veramente splendido.
Proseguendo verso ovest si arriva al Cabo da Roca: <<Dove la terra finisce ed il mare comincia>> (Camoes). Questo è l’estremo lembo d’Europa, la parte di terra più ad occidente del nostro continente; l’imponente scogliera ed il faro regalano lunghi e spettacolari tramonti.



Nella zona di Cabo da Roca, se lo si cerca bene, c’è il ‘Convento dos Capuchos’; si tratta di un antico convento di frati francescani fondato nel 1560, qui i frati si ritiravano in ascetismo e meditazione e la quiete che si respira rende il luogo magico. Minuscole celle con un semplice letto di pietra, una piccola chiesa, il pozzo e gli enormi alberi fanno da cornice a questo rifugio di silenzio.




Una cella in particolare riporta il soffitto isolato con uno strato di corteccia di sughero; essendo una cella un po’ più grande delle altre e con un foro sulla parete in funzione di ‘armadio a muro’ si ritiene che quella fosse la cella riservata a qualche nobile che aveva intrapreso la vita monastica. Sughero come isolante termico ed un armadio privato per pochi averi erano comodità non concesse a nessuno degli altri monaci.


A sud di Sintra c’è la zona ricca della costa con località prettamente turistiche come Cascais ed Estoril; già nel ‘500 queste spiagge erano utilizzate dai sovrani portoghesi come luoghi di villeggiatura, ma solo negli ultimi 50 anni sono diventate località balneari affollate dai cittadini di Lisbona. Ampie spiagge e strutture sportive fanno di questo tratto di costa un' attrazione per giovani e famiglie in vacanza.

Un'altra zona di villeggiatura frequentata dai lisbonesi è la ‘costa da Caparica’, geograficamente si colloca sull’oceano Atlantico subito oltre l’estuario del Tago a sud di Lisbona.
Il lunghissimo litorale sabbioso e il terreno pianeggiante si prestano particolarmente per strutture e attrazioni balneari. L’oceano perennemente agitato ed il vento costante ne fanno il paradiso dei surfisti sia a vela (Kyte e windsurf) che su tavola.
Di questa zona a sud della capitale, però, la parte più interessante è rappresentata dalla costa ad ovest di Setùbal. Da questa cittadina a vocazione prettamente industriale si innalza una costa scoscesa che culmina nel cabo de Espichel; costa che dal capo a Setùbal si sviluppa con direzione est-ovest.
Proprio Setùbal è la migliore base di partenza di questa regione compresa tra gli esturai del Rio Tejo e del Rio Sado e con estese aree protette: il Parque da Arràbida e l’estuario del Rio Sado.
Setùbal, di suo, non presenta chissà quali attrazioni se non per essere un grande porto industriale e, ma solo ultimamente,  per essere la città natale dell’allenatore Josè Mourinho.
Malgrado ciò, il centro cittadino è carino e semplice, senza perle di assoluto rilievo, ma con un intricata serie di stradine piene di negozi di ogni tipo. Il fatto che sia un luogo affollato soprattutto in estate e per le festività, permette di trovare alberghi e ristoranti molto buoni ma che in bassa stagione propongono prezzi bassi.
La spettacolare costa che da Setùbal arriva a cabo Espichel è stata protetta come parco naturale visto che l’habitat di specie marine e uccelli si è preservato praticamente intatto. Il parco naturale dellaSierra da Arràbida è principalmente composto da una boscaglia tenacemente attaccata alle pareti scoscese della sierra e le bellissime spiagge che si aprono improvvisamente sono una vera attrazione per i vacanzieri che, in estate, le affollano oltre ogni misura.
Anche il tratto di mare di fronte la sierra dà la possibilità, in particolari periodi dell’anno, di vedere cetacei e delfini che in queste insenature trovano riparo e nutrimento.
In posizione spettacolare sulla costa c’è il Convento de Jesus, nel quale i monaci producono miele ed altre specialità ma la visita, purtroppo, può essere fatta solo su prenotazione.

Sotto il convento, proprio sul mare, c’è il Portinho de Arràbida dove sono state ricavate villette turistiche dalle antiche case di pescatori, una bella spiaggia e una splendida vista sulla sierra e verso Setubal fanno da cornice a chi è riuscito ad accaparrarsi le costose (c’è da credere) casette di vacanza.


Oltre la sierra in direzione ovest si arriva ad un paese di pescatori,Sesimbra. Il piccolo paese è dominato da un castello che propone solo una vista panoramica sull’entroterra, sulla sierra e su Sesimbra.






Il paese, di suo, non ha chissà quali attrattive se non ristoranti di pesce (non a buon mercato) e due grandi spiagge con sabbia dorata.

All’estremo lembo occidentale di costa c’è Cabo Espichel; questo, come cabo da Roca, è contrassegnato da un faro costituito sulla sommità di una scogliera a picco sul mare e vari cartelli di pericolo stanno ad indicare che il vento battente ed il terreno non sempre stabile possono causare cadute nel vuoto.
In alto sulla scogliera, poco dietro il faro, c’è la bellissima chiesa di Nossa Senhora do Cabo. I lunghi porticati sui due lati e l’edificio con locali per accogliere i pellegrini costruiscono una degna platea allo scenario della facciata. L’interno del santuario è decorato nel classico barocco portoghese con altare dorato e affreschi che ricoprono ogni superficie.

Qui finisce il resoconto dei tratti essenziali della capitale del Portogallo ed il suo intorno più prossimo.
E’ difficile trovare una conclusione ad un viaggio che si rinnova ogni volta; emozionate e stimolante in ogni aspetto nuovo che si ricerca.
Colori e suoni, poesie e romanzi si incaricano a turno di entrare nelle viscere di questo popolo, ma il Portogallo ed ogni singolo abitante portoghese sembra animato dall’unico sentimento nazionale unanimemente riconosciuto, quello della ‘Saudade’.
Non è la classica solitudine, non è speranza, non è malinconia, non è pessimismo. E’ un po’ tutto e niente, è un sentimento complicato da esprimere ed una prerogativa ormai propria di ogni portoghese.
Si tratta ormai di un impegno con gli antenati ed una promessa ai posteri, un compito grave che riduce tutte le cose all’essenziale, i sapori, i suoni e le prospettive di un popolo perso in se stesso e nella propria storia.
Questa terra è cresciuta con un passato glorioso alle spalle ed un futuro impegnato a non sciupare quello che la storia ai margini d’Europa gli ha permesso di preservare così bene; la naturalezza e la spontaneità di persone abituate da secoli a vivere con il mare, la terra e il sole; il tutto impregnato di sana Saudade.
Per me che continuo a sbarcare in questa terra posso diagnosticare la prima forma di malessere legata da sempre ad un altro continente ma che io sento ogni volta acutizzarsi; dopo qualche tempo lontano da Lisbona e le sue terre soffro dell’ancora poco conosciuto ‘mal di Portogallo’.

'Fado'

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